Pavimentazione in porfido
Lavori di posa in opera di pavimentazione in porfido a mosaico – opus incertum
La pavimentazione esterna in porfido del Trentino è conosciuta per le sue doti di resistenza e durevolezza. In qualsiasi formato venga prodotta il suo risultato nelle applicazioni esterne è impareggiabile. Cubetti, piastrelle squadrate, lastre a mosaico-opus incertum, sono i formati più conosciuti e utilizzati nell’architettura per pavimenti in porfido per esterni. La lavorazione delle lastre a mosaico – opus incertum è la lavorazione che consente di installare le lastre di formato irregolare. Le lastre hanno forma irregolari e le dimensioni dei lati hanno misure variabili, lo spessore varia dai 3 ai 5 cm . Le lastre hanno il piano a vista di cava naturale e sono adatte per pavimenti esterni anche in zone dal clima rigido.
La pavimentazione in porfido del Trentino a mosaico è una lavorazione che bene si accosta a tutti i materiali per esterni. La tipologia di formato permette di adattare la lavorazione a forme regolari ed irregolari senza dovere ricorrere ad adattamenti e tagli come avviene per le lastre squadrate. Le soluzioni per personalizzare un pavimento in porfido a mosaico sono innumerevoli , ad esempio possono essere contornate da un perimetro in ciottoli (come nell’esempio della foto) o possono essere inserite in un pavimento in ciottoli come camminamento; le soluzioni per le sue applicazioni sono davvero molte.
La posa in opera della pavimentazione in porfido
La posa in opera della pavimentazione in porfido in lastre , sia regolari che irregolari, viene eseguita su letto di malta di cemento. La collocazione degli elementi irregolari viene eseguita in modo da accostare il quanto più possibile i pezzi in modo da ottenere delle fughe omogenee. Le lastre vengono sagomate a martello in modo da poter essere inserire nella pavimentazione. Il posatore dopo avere lavorato la pietra e preparato il letto di malta, posa la lastra in modo di collocarla alla giusta quota ,verificando con una staggia la regolarità delle quote della pavimentazione.
La sigillatura delle pavimentazioni in porfido
Al termine dei lavori di posa in opera la pavimentazione viene sigillata. Le pavimentazioni in lastre vengono sigillate con malta preparata con cemento e sabbia fine. Il metodo classico di sigillatura prevede la preparazione della miscela fino alla giusta fluidità in modo da poter essere colata nelle fughe per mezzo di brocche. La fase di colatura deve essere effettuata in modo riempire le fughe senza sporcare le pietre. Un operazione che richiede davvero molta pazienza e abilità. Le fughe dovranno essere riempite a sufficienza perchè durante le prime fasi di asciugatura il volume del cemento diminuisce.
Iniziata la prima fase di asciugatura il cemento delle fughe viene lavorato a cazzuola. Il cemento in eccesso viene rimosso e viene aggiunto nelle parti in cui manca. Viene quindi schiacciato con la cazzuola in modo da penetrare perfettamente nelle fughe e poi lisciato con la punta della cazzuola. Trascorso il secondo periodo di asciugatura il cemento viene ulteriormente lavorato rigando con dei ferri curvi la superficie della sigillatura per decorare le fughe. terminati i lavori di rigatura la sigillatura deve attendere un ulteriore periodo di riposo per poter essere ulteriormente rifinita.
A seconda della temperatura di esercizio e del tipo di cemento utilizzato si dovrà attendere del tempo per poter rifinire la sigillatura. Si procede quindi rimuovendo le eccedenza che si sono formate durante la rigatura e i colpi di cazzuola che si sono formati dopo la lisciatura. Ora la pavimentazione dovrà asciugare . A seconda dell’utilizzo , pedonale o carrabile, bisognerà attendere un periodo asciugatura del cemento prima di transitarvi.
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